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Volontariato in Kenya: l’esperienza di Marta

Cosa significa fare volontariato in Kenya?

Ho passato un mese a Nairobi, svolgendo il mio servzio di volontariato in Kenya con ICYE. All’aeroporto sono stata accolta da Abraham, il taxista che mi ha accompagnata dalla famiglia che mi avrebbe ospitata; durante il tragitto mi ha elencato le varie attrazioni locali tra le quali il famoso Parco Nazionale di Nairobi.

La prima cosa che ho notato è la quantità di bambini che ci sono ovunque. Vagano, giocano, rincorrono i tanti cani randagi che ci sono per strada, cercano di venderti qualsiasi cosa e poi sorridono molto. Sono stata ospitata da una famiglia molto carina che ha saputo mettermi a mio agio fin dal primo giorno.

Dopo un paio di giorni di orientamento generale ho iniziato ad andare al Mother Teresa Children’s Home, dove avrei svolto il progetto. Mi hanno accolta a braccia aperte le suore ed il personale sanitario che si occupa della struttura e dei ragazzi disabili che ne sono ospiti. Al mattino si faceva il bucato e si stendeva oppure si andava in cucina a tagliare la frutta e verdura. Finito di lavare facevo disegnare e scrivere i ragazzi, che non vedevano l’ora.

volontariato in Kenya

Alle 12 aiutavo con il pranzo, una ragazza si è affezionata a me e voleva che l’aiutassi sempre io. La cosa bella è che tutti aiutavano tutti, prima si dava da mangiare chi non riusciva da solo e solo dopo si pensava a se stessi. Nessuno si lamentava per questo, era una cosa normale. Finito il pranzo si lavavano i piatti e si puliva il cortiletto.

Io tornavo a casa ed il pranzo lo trovavo quasi sempre pronto, mangiavo ed uscivo subito a giocare con i bambini che si radunavano nella stradina davanti al mio alloggio. Giocavano con palle bucate, con bastoni, con la terra e con cose di plastica che trovavano per terra; quindi appena hanno visto che avevo un quaderno con dei disegni e dei pastelli erano contentissimi e sono andati a chiamare tutti i bambini del quartiere per farli colorare. Facevo poi ritorno alla struttura, che distava dieci minuti a piedi da casa e durante il tragitto mi fermavo spesso ai chioschetti a prendere frutta e verdura. Nel pomeriggio si preparavano i letti per la notte, si colorava e si faceva merenda; un saluto a tutti i ragazzi e tornavo a casa. Il tempo libero lo impiegavo per giocare con i bambini o, durante i weekend, per vedere il centro di Nairobi ed i paesi vicini.

Quest’esperienza di volontariato in Kenya mi ha toccata particolarmente, sono sensibile e molte situazioni che ho visto e sensazioni che ho provato mi hanno fatto riflettere e mi hanno fatto rendere conto di molte cose alle quali non avevo mai neanche pensato. Un’ esperienza del genere è difficile da spiegare ed è difficile far passare le sensazioni che si provano. Posso però dire che è stata sicuramente un’esperienza molto intensa, all’inizio abbastanza difficile perché ci si ritrova in un posto molto diverso da quello a cui si è abituati, con una cultura e dei modi di vivere molto differenti. Passati i primi giorni però ci si abitua alla semplicità, s’iniziano ad apprezzare le piccole cose e s’iniziano a vedere le cose belle di una cultura diversa.

La cosa che mi ha colpito di più è stata vedere gente, soprattutto bambini, in situazioni di povertà, che nonostante le loro condizioni sfavorevoli e di disagio avevano la forza, l’entusiasmo, la curiosità e l’energia per giocare e divertirsi. Non avevano nulla con cui passare il tempo e sfogarsi ma quando si trovavano insieme erano i bambini più felici del mondo.
Auguro a chi ha il desiderio d’intraprendere un’esperienza di questo tipo di avere la possibilità di vivere situazioni e provare emozioni nuove e forti. Si creano legami stretti dopo poco tempo e anche se non è semplice, si ha l’opportunità di aprirsi e farsi guidare da una nuova cultura, un nuovo modo di pensare, vedere e sentire le cose.

Marta

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