Il volontariato in Perù di Maria
Sono sempre stata affascinata e incuriosita dalla complessità di ciascun singolo individuo e dalla varietà di mondi intrapersonali esistenti. Per mezzo di questa curiosità, sommata alle esperienze legate ai miei studi da assistente sociale, mi sono avvicinata alla vulnerabilità umana e alle fragilità legate ai bisogni di aiuto. Avevo un forte desiderio di poter toccare in prima persona l’esperienza di vulnerabilità che immaginavo ci sarebbe stata in determinati contesti fuori dall’Europa, avevo il desiderio di viverla in prima persona, non solo attraverso le storie di coloro i quali si erano potuti avvicinare a tali realtà.
Così, mentre finivo gli studi, per una serie di coincidenze mi sono avvicinata al mondo del volontariato internazionale contattando delle organizzazioni che potessero darmi maggiori informazioni.
Sono entrata in contatto con Associazione Joint che ho conosciuto per caso sui social network. Tra i vari progetti proposti dalla stessa c’era un progetti di volontariato in Perù presso l’Instituto Mundo Libre che sin da subito ha attirato la mia attenzione. Ho sentito che era il progetto giusto e ho presentato la candidatura. Mundo Libre è un istituto per ragazze minorenni che hanno avuto una vita difficile, caratterizzata da problematiche di dipendenza, salute mentale, abbandono familiare e talvolta prostituzione.
È finalizzato al reinserimento e alla riabilitazione sociale, offre loro la possibilità di iniziare da capo la loro vita con un nuovo bagaglio educativo e di consapevolezze personali. Alle ragazze vengono forniti gli strumenti per poter condurre in futuro una vita indipendente autonoma e responsabile.
Le ragazze sono inserite presso l’istituto 24 ore su 24 tutti i giorni della settimana, per questo è importante che ci sia qualcuno che porti un’aria di novità. A modo mio, ho cercato di dare un po’ di gioia, leggerezza, sostegno e ascolto. Insieme abbiamo svolto attività rilassanti come lezione di origami e disegno libero; abbiamo cucinato insieme crepes e pizza. Abbiamo ballato fin dal primo giorno. Queste attività mi hanno fatto sentire molto vicina a loro in quanto si avvalevano di linguaggi universali che ci accomunavano, sebbene la lingua, la cultura e le storie di vita fossero diverse.
Ho vissuto questa esperienza cercando di immergermi completamente, adattandomi a qualsiasi situazione, cercando di catturare più spunti di riflessione possibili per poter tornare in Italia migliore, arricchita e con un cuore più grande. Ed è così che mi sento oggi, più consapevole e piena di felicità per la fortuna di aver potuto fare questa esperienza e per aver conosciuto persone così speciali. Spero di aver regalato a mia volta allegria e spensieratezza. Penso che uscire dalla zona di comfort e vedere realtà diverse da quelle a cui siamo abituati ci permetta di non dare per scontate molte cose che consideriamo come “normali”, come avere l’acqua per fare la doccia, avere qualcosa da bere durante la giornata, avere il gas o semplicemente qualcosa con cui accendere il fuoco. A volte siamo abituati a lamentarci per cose banali, ma bastano esperienze di questo calibro per renderci conto di quanto siamo stati sciocchi a non aver visto la fortuna nella quale navigavamo.
Mai dimenticherò quell’ultimo abbraccio da parte delle ragazze nel quale ero stata rinchiusa al momento della mia partenza mentre mi chiedevano di ricordarle e di prendermi cura di me stessa. Il volontariato internazionale per me è stato un regalo enorme della vita. Mi ha permesso di aprire gli occhi e di essere grata per le piccole cose che ho.
Possiamo davvero fare la differenza per qualcuno con i piccoli gesti, dando amore, presenza, accoglienza e facendo sentire l’altro visto.
Maria
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