Volontariato per la salvaguardia delle tartarughe in Costa Rica
Ho avuto l’opportunità di trascorrere un mese presso l’associazione ACOTPRO (Asociación De Conservación de Tortugas de Progreso) un’organizzazione che si trova nel sud del Paese, nel territorio della Penisola di Osa, in particolare in un tratto del territorio costiero facente parte di Baha Drake.
L’associazione è stata fondata circa 20 anni fa dalle persone di El Progreso, una piccola comunità locale che vive di agricoltura e turismo. Da allora si occupa in particolare di organizzare esperienze di volontariato per la salvaguardia delle tartarughe marine che popolano e nidificano nelle spiagge limitrofe ma anche della preservazione delle risorse naturali circostanti e di eco-turismo locale.
La scelta di voler svolgere questo periodo di volontariato all’estero parte da lontano; avevo questo desiderio da tanto tempo, spesso rimandato per decisioni di vita dovute alla formazione professionale o al lavoro. All’inizio non avevo un’idea chiara di dove sarei voluta andare, il mio interesse era principalmente quello di poter dedicare il tempo libero alla conoscenza di posti nuovi aiutando persone o comunità che necessitavano di volontari, indipendentemente dal Paese ospitante. Inoltre, sentivo il bisogno di viaggiare in modo diverso, un tempo che fosse di riconoscenza verso il contesto che mi ospitava e verso la ricerca di una ulteriore crescita personale.
Appena ho scoperto l’opportunità che offriva ACOTPRO, pur occupandosi di tematiche molto diverse da ciò che faccio quotidianamente, sono stata guidata dall’istinto e dalla curiosità di poter vivere per un po’così lontano dalla vita frenetica della città, trascorrendo del tempo vicino all’oceano e alimentando l’interesse che nutro verso la tutela e la sostenibilità ambientale; posso dire che seguire questo istinto è stata la scelta più giusta.
L’impatto con il Paese è stato intenso ma bellissimo allo stesso tempo, specialmente i primi giorni presso la capitale, dove sono stata accolta dall’associazione di riferimento ACI collegata all’ICYE in Costa Rica. Successivamente, quando sono partita verso Bahia Drake è iniziata l’esperienza più forte, nella quale ho davvero dovuto mettere alla prova il mio spirito di adattamento. Arrivare presso l’associazione è stato unico ma mi sono sentita subito accolta; questo ha sicuramente aiutato a smorzare le emozioni contrastanti che ti attraversano appena ti trovi in un luogo così diverso dal tuo.
La maggior parte del lavoro si svolgeva nell’accampamento dell’associazione, situato molto vicino alla spiaggia, intorno al quale orbitano costantemente poche persone, pur essendo un posto di riferimento anche per tutta la comunità limitrofa. Questo è il luogo che ospita i volontari, nel quale si dorme, si mangia e si vive la quotidianità. Durante il giorno, eravamo impegnati nella sistemazione degli spazi comuni, nella pulizia delle spiagge e nella collaborazione con le persone locali, aiutandole in cucina o con piccoli lavoretti di manutenzione. Il lavoro più intenso veniva svolto durante la notte, periodo nel quale i volontari e i locali, a turno durante la settimana, si alternano per percorrere le spiagge più volte, per controllare se e quante tartarughe stanno nidificando, così da verificarne il loro stato di salute e recuperare le uova per interrarle di nuovo in nidi protetti sotto la sabbia vicino all’accampamento, in un luogo appositamente creato per questo scopo.
L’esperienza è stata costruttiva da tantissimi punti di vista, è un mondo diverso fatto di ritmi lenti, semplicità, tanto tempo da dedicare alle piccole cose e alle persone, dove si comprende un nuovo senso di famiglia e quanto per vivere bene si abbia bisogno di pochissimo. Ho vissuto con la regolarità del sorgere del sole e del tramonto, con i suoni e il respiro della natura che circonda quelle spiagge e che ti accoglie rigogliosissima, con l’armonia della terra e degli animali con i quali la comunità convive e che non sono estranei in quel contesto. Ho imparato a scandire le giornate grazie ai cicli delle piogge puntuali o le notti grazie all’andamento delle maree e dei cieli stellati. Finalmente mi sono sentita parte di un grande sistema naturale e ho imparato tanto dalle persone che sono nate abituate a questa connessione con la terra.
La flessibilità è fondamentale, è importante essere pronto e sereno nel vivere ogni occasione che ti capita, nell’essere preparato a trovarsi, per esempio, in mezzo a un temporale nella foresta o ad attraversare un fiume per arrivare al primo mercato, ma se si affronta tutto con lo spirito giusto ci si abitua in fretta, condividendo con gli altri volontari e le persone del posto, grazie alle quali non ci si sente mai soli, rendendo facile ciò che lì per lì sembra insormontabile.
Ciò che porterò sempre con me di questa esperienza, oltre all’apprendimento di tante cose nuove, sono i rapporti umani; ho imparato a confrontarmi con donne e uomini, giovani o meno, e tanti bambini, su temi più o meno importanti, sul senso della vita e sulle differenze culturali, portandomi a riflettere su ciò che ho e che ho sempre avuto e su quanto siamo tutti uguali e abbiamo tutti le stesse necessità.
Spero di poter avere l’occasione di fare ancora esperienze simili molto presto.
Silvia